Quando ero bambina, un incubo ricorrente ossessionava i miei sogni. Vago per le strade alla ricerca di casa mia e continuo a sbagliare. Tutte le case sembrano identiche e la mia ricerca rischia di durare per sempre. Non c'è nessuno in giro. Solo il vuoto. Sono sola.
La serie “Empty Spaces” è incentrata sulla ricerca dell'essere umano di un “luogo accogliente” che possa chiamare casa. In questo mondo instabile, nessuno vuole essere ospite, tutti aspirano a una dimora, a una collocazione nell'universo. In questa aspirazione nasce un nuovo tipo di persona, che contemporaneamente ama e odia le città.
La città è un soggetto artificiale, combinato in un tutt'uno con le nostre anime viventi, che diviene un'entità indipendente ed estremamente attraente. Più grande è la città, maggiore è la sua attrattività. È energia potente, intelligenza artificiale, ma senza persone è semplicemente vuota. Sentiamo lo stesso vuoto in noi stessi e deve essere riempito. Cerchiamo di riempirlo, ma finiamo invece per riempire lo spazio esterno. Nelle grandi città, indipendentemente dalle cose “grandi” che abbiamo fatto e dalla luminosità con cui “risplendiamo”, sentiamo acutamente la nostra impotenza e la fredda solitudine. Dietro il moto perpetuo ritroviamo il vuoto. Le nostre conquiste diventano illusorie, ricchezza materiale - immaginaria. Sorge un vago sospetto che non apparteniamo a questo posto.